5° Passo


IL SEGRETO PER AVERE UN BIMBO? LA BILANCIA

L’obesità è nemica della fertilità femminile

Dott.ssa Valeria Savasi, Responsabile Centro di Riproduzione Assistita Ospedale Luigi Sacco Milano

Dott.sa Arianna Laoreti, Ospedale Luigi Sacco Milano

nel 60-70% dei casi se il peso torna normale, anche la fertilità viene recuperata

L’obesità è nemica della fertilità femminile. Numerosi studi lo dimostrano: l’eccesso di peso corporeo e le alterazioni del metabolismo associate a questa condizione interferiscono con la fertilità femminile, impedendo o ritardando il concepimento e influendo negativamente sulla futura gravidanza.

Ma quando si parla di obesità?

L’indicatore oggettivo che permette di stabilire se una persona ha un peso nella norma è l’indice di massa corporea (in inglese: BMI, Body Mass Index). Si calcola dividendo il peso, espresso in chilogrammi, per il quadrato dell’altezza, espressa in metri. La normalità è compresa tra 18 e 25. Un BMI inferiore a 18 indica che la persona è sottopeso. Se il BMI è compreso tra 26 e 29 la persona è sovrappeso. Si parla di obesità se il BMI è uguale o superiore a 30.

(leggi perché l’obesità fa male alla fertilità)


Perché il peso influenza la fertilità?

  • Infertilità primaria: Dati epidemiologici confermano che l’obesità è causa del 5-6% dell’infertilità primaria. L’eccesso di peso corporeo e le alterazioni del metabolismo associate a questa condizione, come l’alterazione della produzione degli ormoni sessuali, interferiscono con la regolazione centrale ipotalamica- ipofisaria del ciclo e questo può determinare una riduzione del numero delle mestruazioni fino all’amenorrea, cioè al blocco dei cicli mestruali. Le riserve di grasso corporeo costituiscono, infatti, una fonte continua di produzione di estrogeni. La presenza di un livello continuo e non ciclico, come nella norma, degli estrogeni determina un’alterazione della regolazione delle mestruazioni, fino a scompensare la funzione riproduttiva e a determinare incapacità di ovulare.

  • Ovaio policistico: Nelle donne obese è possibile inoltre osservare insulino-resistenza, un’alterazione metabolica spesso associata alla sindrome dell’ovaio policistico. Questa sindrome non è caratteristica solo dell’obesità, tuttavia è presente fino al 40% delle donne obese e può determinare anovulazione. Inoltre, gli eccessivi livelli di insulina nel sangue ed il ridotto metabolismo degli zuccheri associati a questa condizione, aumentano il rischio di sviluppare diabete gestazionale o diabete di tipo II che permane anche dopo la gravidanza.

  • Aborto spontaneo e malformazioni fetali: Studi recenti hanno infine evidenziato che l’obesità influisce negativamente sulla qualità degli ovociti, aumentando il rischio di aborto spontaneo nelle prime settimane di gravidanza e di malformazioni fetali. Le donne obese che fanno ricorso alla riproduzione assistita per problemi di infertilità hanno minore probabilità di successo: sono necessari maggiori dosaggi di farmaci per indurre l’ovulazione e il tasso di gravidanza risulta inferiore a quello delle donne normopeso.

Ma ci sono anche notizie rassicuranti. La perdita di peso ripristina la funzione ovulatoria e con essa la fertilità. Questo vuol dire che, nel 60-70% dei casi, se il peso torna normale, anche la fertilità viene recuperata. E’ fondamentale che la perdita di peso nelle donne obese si accompagni allo svolgimento di una moderata attività fisica. L’esercizio fisico, infatti, è associato ad un miglioramento del quadro metabolico dell’insulino-resistenza, grazie ad una diminuzione della massa grassa in favore della massa muscolare. E’ importante quindi che chi è infertile e ha problemi di peso, prima di sottoporsi a terapie per l’infertilità invasive e impegnative, recuperi il proprio peso-forma: spesso potrebbe essere proprio questa l’unica “terapia” necessaria.